Il fumo nella nostra provincia, i dati statistici.

Giu 26, 2024

Anche quest’anno per la terza volta le LILT della Lombardia hanno commissionato alla società di ricerca SWG un’inchiesta sul fumo nella nostra regione. I risultati di questa rilevazione statistica, condotta somministrando un questionario a 2317 persone, sono state presentate in un incontro tenutosi nel palazzo della Regione il 26 maggio.
Abbiamo i dati complessivi dell’intera regione e quelli relativi ad ogni provincia. Nei due file allegati sono prodotti i dati regionali (file Regione Lombardia) e quelli relativi alla nostra provincia (file Provincia di Brescia). Sono dati molto chiari, che descrivono luci e soprattutto ombre di questa realtà. Ci limitiamo in questo testo ad alcune considerazioni sintetiche, analizzando in primis i dati regionali, integrandoli con quelli più interessanti relativi alla nostra provincia.

  • Dati globali.

    Dei 2317 intervistati, il 41% fuma e il 22% sono ex fumatori; i dati della provincia di Brescia sono analoghi (rispettivamente 38% e 22%). Negli uomini la percentuale dei fumatori è leggermente superiore (44%) rispetto a quella delle donne (37%). E’ interessante notare come la percentuale dei fumatori diminuisce con l’età, passando dal 53% nella fascia 18-24 anni al 24% nelle persone con più di 65 anni; al contrario aumenta il tasso degli ex fumatori, che passa dall’8% al 39%.  E’ degno di nota che nei più giovani i fumatori sono la maggioranza assoluta. Per le persone che non hanno mai fumato, le motivazioni principali per la loro scelta sono una avversione di principio al fumo, la mancanza di una attrattiva a provare e la consapevolezza dei rischi per la salute.

  • Modalità di fumo.

    Un dato di assoluto interesse è l’aumentato impiego delle modalità alternative di fumo: se la sigaretta tradizionale resta il sistema più utilizzato, confrontando i dati con quelli delle rilevazioni degli anni precedenti si osserva come sia in calo, mentre aumentano i fumatori di dispositivi elettronici, specialmente fra i giovani. L’analisi sulle varie modalità di fumo, relativamente alle caratteristiche degli utilizzatori (sesso, età) è molto dettagliata e può essere valutata in varie slide del file “Regione Lombardia” a cui si rimanda. I dati della provincia di Brescia sono allineati con quelli regionali. La spesa dichiarata per il fumo è di circa 26 euro la settimana, pari ad una spesa annua di oltre 1300 euro; è interessante notare come la spesa sia maggiore per gli utilizzatori di dispositivi digitali.

  • Prima esperienza di fumo.

    Il primo contatto con il fumo è assai precoce: l’età media è di 17 anni e viene quasi sempre utilizzata la sigaretta tradizionale; nella maggior parte dei casi l’esperienza viene vissuta con amici, all’aperto, spinti dalla curiosità, dall’emulazione o per “sentirsi grandi”. Non è trascurabile e merita una riflessione la percentuale (10%) di chi ha iniziato a fumare prima dei 14 anni.

  • Smettere di fumare.

    Il primo dato che risalta è che la metà degli attuali fumatori non ha intenzione di smettere di fumare, anche se la maggioranza (61%) lo ha provato, una o più volte. La difficoltà ad abbandonare questa dannosa abitudine è confermata dal fatto che gli attuali fumatori sono il doppio degli ex fumatori. E’ interessante osservare le motivazioni che spingono i fumatori a cercare di smettere: in primis il danno per la loro salute, ma anche la spesa per questo vizio e il desiderio di assecondare le persone care. Per contro chi non ha intenzione di smettere dichiara di provare piacere nel fumo, oppure si accontenta di aver ridotto la quantità o di utilizzare modalità alternative alla sigaretta tradizionale nella falsa convinzione di una loro minor dannosità; va inoltre rilevato che in queste persone sono sottovalutati i rischi per la salute o si innesca un meccanismo di fatalità (“tanto di qualcosa bisogna pur morire”).

 

 L’indagine analizza poi alcuni aspetti sugli ex fumatori: la maggior parte di questi ha smesso al primo tentativo, motivato soprattutto dai possibili rischi per la salute, aiutato da un cambiamento nello stile di vita quotidiano; è assai bassa la percentuale di chi è ricorso ad un aiuto farmacologico e/o psicologico.

Passando poi ad analizzare le possibili strategie per la guerra al fumo, al primo posto un significativo aumento dei prezzi di tutti i prodotti da fumo: portando a 12 € il costo di un pacchetto di sigarette o di ricarica di tabacco, la metà degli attuali fumatori dichiara l’intenzione di smettere di fumare.
Sono inoltre ritenuti utili i divieti al fumo negli spazi pubblici, anche all’aperto, con aumento di sanzioni per i trasgressori, e la diffusione di percorsi formativi contro il fumo a livello scolastico.

  • Fumo e ambiente.

    In questa indagine risulta una significativa conoscenza dei danni per l’ambiente dei prodotti da fumo: non solo l’abbandono dei mozziconi di sigaretta, ma anche i gas e le particelle liberate dalla combustione delle sigarette e i residui dei liquidi utilizzati per gli svapatori. E’ considerato pure nocivo l’impatto per l’ambiente dei processi di produzione legati ai dispositivi elettronici e alle sigarette tradizionali.

  • Conclusioni.

    Lo scenario descritto in questa indagine è molto chiaro e poco confortante: il vizio del fumo è tuttora molto diffuso e fa ancora molta presa fra i giovani. La più diffusa conoscenza dei possibili danni per la salute non ha per ora ottenuto gli effetti sperati, ma ha solo modificato parzialmente il modo di fumare. Si osserva infatti un progressivo aumento delle modalità alternative alla sigaretta tradizionale, nella falsa convinzione, alimentata da ingannevoli messaggi delle multinazionali del tabacco, di una  minore o assente pericolosità dei sistemi di fumo elettronici. Questi sistemi inoltre sono costosi ed impattano sull’ambiente in modo negativo.

L’azione principale di contrasto al fumo, con l’obiettivo di una città “smoke free” e puntando ad una futura “generazione smoke free” consiste sicuramente nella prevenzione, per creare nei giovani una “cultura” in cui il fumo è visto come una cosa negativa e disdicevole. La LILT di Brescia è molto attiva in questo campo, con iniziative soprattutto nelle scuole.  Non va però trascurata l’importanza dello smettere di fumare e delle modalità assistite per aiutare i fumatori, con campagne informative sui luoghi di lavoro e con corsi di disassuefazione guidati da personale preparato e con l’eventuale ausilio farmacologico. In tutte queste iniziative la LILT di Brescia è attiva e disponibile.

Clicca e scarica i dati della Provincia di Brescia 
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